LE MIE TECNICHE DI INSEGNAMENTO: L’AIUTO E RIDUZIONE DELL’AIUTO

Insegnare è sinonimo di aiutare. Inizialmente è importante aiutare l’allievo ad acquisire e consolidare un determinato gesto atletico o tecnico, attraverso l’utilizzo di stimoli che possano facilitare l’emissione di una determinata risposta e di conseguenza rendere più probabile il verificarsi della performance desiderata. Questa tecnica dell’aiuto, detta prompting, viene utilizzata nel momento esatto in cui si sta attuando la prestazione. Inizialmente, fornire troppe indicazioni verbali potrebbe gravare sull’efficacia dell’intervento, come, facendo un esempio, quando un allenatore spiega la tecnica di tiro in maniera teorica con una moltitudine di dettagli: il risultato è che l’allievo, neofita, non comprende bene e trovi subito un ostacolo insormontabile da superare, il quale, se protratto nel tempo, porta immediatamente all’abbandono sportivo.
E’ opportuno, invece, utilizzare diversi tipi di prompt in grado di aiutare il soggetto ad apprendere:

  • Piccoli suggerimenti verbali, composti da poche parole facilmente comprensibili, dettati con un tono di voce che cura e motiva, come ad esempio “prova a…” “cerca di…”. Quando l’allievo non segue bene le indicazioni date, è importante evitare di pronunciare la parola “non” o “no”. Sempre meglio dire “cerca”, “prova”, possibilmente con un tono di voce inizialmente alto.
  • Se notiamo che l’allievo fa fatica a comprendere dalle parole, possiamo utilizzare un linguaggio non verbale, ossia i gesti: questo tipo di aiuto funziona soprattutto con i ragazzi più chiusi caratterialmente e che hanno sviluppato una buona capacità di osservazione e imitazione; e ovviamente funziona con coloro che non hanno la minima conoscenza della disciplina. Anche in questo caso la gestualità va presentata in modo comprensibile e lento, ripetendo eventualmente più volte il movimento. Di solito questa è la tecnica maggiormente utilizzata ed è quella che molti definiscono “apprendimento per imitazione”.
  • Infine si può ricorrere alla mera guida fisica, la quale presuppone un contatto fisico, ad una distanza che definirei intima, per stimolare l’emissione di comportamenti ricercati o la riduzione di altri inadeguati: l’utilizzo di questo tipo di aiuto non è consigliabile se l’allievo prova fastidio al contatto ravvicinato o non si sente a suo agio.

    Dopo l’osservazione e la valutazione del caso, i prompt sono indispensabili nella prima fase dell’apprendimento, dopo di che vanno necessariamente ridotti gradualmente o eliminati allo scopo di favorire l’emergere dell’abilità, la quale successivamente si consoliderà in base al sentire interiore dell’allievo, ovvero dopo aver sviluppato una buona propriocezione.
    La strategia utilizzata per attenuare progressivamente gli aiuti forniti si chiama fading. La riduzione dell’aiuto verbale, ad esempio, può consistere nel diminuire il numero delle parole che compongono una affermazione o nell’abbassare il tono della voce con cui viene pronunciata; la riduzione dell’aiuto fisico, invece, può consistere nell’allontanamento progressivo dall’allievo in termini di distanza fisica e la correzione di eventuali errori può essere semplicemente mostrata attraverso un piccolo gesto con il corpo.
    Risulta importante pianificare anticipatamente cosa voglio dire e, soprattutto, come lo voglio dire cercando di catturare l’attenzione di chi ho di fronte. Nel prossimo video continueremo a parlare di apprendimento, seguimi!
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